Maturità 2015 - Ultimi giorni di Tiberio Versione latino
Versione Maturità 2015 - Seconda Prova
Versione Latino Al classico
Ultimi giorni di Tiberio
Ormai l’energia fisica e le forze abbandonavano Tiberio, ma non ancora lo abbandonava la capacità di fingere: la durezza dell’animo era la stessa;
sempre teso nelle parole e nell’atteggiamento del volto, a volte con una cordialità leziosa, mascherava la consunzione del corpo, anche se evidente. Cambiate molto spesso dimore, alla fine si stabilì nei pressi del promontorio di Miseno nella villa di cui un tempo era proprietario Lucullo. E si è venuto a sapere che in quel luogo così lui si avvicinasse alla fine. C’era un medico, eccellente per la sua abilità, di nome Caricle, che, anche se non era solito curare le malattie del principe, tuttavia gli forniva una grande abbondanza di consigli. Egli, come se stesse partendo per dei propri affari, presa la mano dell’imperatore col pretesto di ossequiarlo, gli tastò il polso, ma non lo ingannò: infatti Tiberio, probabilmente offeso e tanto più reprimendo il suo furore, ordinò che il banchetto fosse ripreso e si trattenne a tavola più del solito, come se lo attribuisse ad onore dell’amico che se ne andava.
Caricle però garantì a Macrone che le forze vitali stavano svanendo e che non sarebbe durato in vita più di due giorni; perciò si affrettavano tutte le disposizioni con colloqui tra i presenti, con messaggi ai legati e agli eserciti. Il 16 marzo si credette che (Tiberio) avesse concluso la sua vita mortale, dal momento che il respiro gli si era interrotto;
e già Gaio Cesare (Caligola) usciva per cogliere gli inizi del suo principato tra un gran accorrere di gente che si congratulava con lui, quando all’improvviso venne riferito che a Tiberio era tornata la voce e la vista e che era stato fatto chiamare chi gli portasse del cibo per riaversi dal deperimento. Da ciò vi fu panico in tutti, altri si disperdevano qua e là, ognuno si fingeva triste o ignaro; Cesare appeso alla fortissima speranza attendeva in silenzio le ultimissime novità. Macrone senza esitazione ordinò che il vecchio fosse soffocato gettandogli sopra un mucchio di vesti e che ci si allontanasse dalla soglia. Così finì Tiberio all’età di settantotto anni.
Questa è la nostra traduzione a cura di
Didaskalos S.G. tutor di Skuolasprint
Testo latino
Iam Tiberium corpus, iam vires, nondum dissimulatio deserebat: idem animi rigor;
sermone ac vultu intentus quaesita interdum comitate quamvis manifestam defectionem tegebat. mutatisque saepius locis tandem apud promunturium Miseni consedit in villa cui L. Lucullus quondam dominus. illic eum adpropinquare supremis tali modo compertum. erat medicus arte insignis, nomine Charicles, non quidem regere valetudines principis solitus, consilii tamen copiam praebere. is velut propria ad negotia digrediens et per speciem officii manum complexus pulsum venarum attigit.
neque fefellit: nam Tiberius, incertum an offensus tantoque magis iram premens, instaurari epulas iubet discumbitque ultra solitum, quasi honori abeuntis amici tribueret. Charicles tamen labi spiritum nec ultra biduum duraturum Macroni firmavit. inde cuncta conloquiis inter praesentis, nuntiis apud legatos et exercitus festinabantur. septimum decimum kal. Aprilis interclusa anima creditus est mortalitatem explevisse;
et multo gratantum concursu ad capienda imperii primordia G. Caesar egrediebatur, cum repente adfertur redire Tiberio vocem ac visus vocarique qui recreandae defectioni cibum adferrent. pavor hinc in omnis, et ceteri passim dispergi, se quisque maestum aut nescium fingere; Caesar in silentium fixus a summa spe novissima expectabat. Macro intrepidus opprimi senem iniectu multae vestis iubet discedique ab limine. sic Tiberius finivit octavo et septuagesimo aetatis anno.
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MORTE DI TIBERIO di Tacito
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