Amore dei siciliani per la musica - VERSIONE PLUTARCO
Amore dei siciliani per la musica
versione di greco di Plutarco
Τῶν δ' Ἀθηναίων οἱ μὲν πλεῖστοι διεφθάρησαν ἐν ταῖς λατομίαις ὑπὸ νόσου καὶ διαίτης πονηρᾶς, εἰςἡμέραν ἑκάστην κοτύλας δύο κριθῶν...
E degli Ateniesi la maggior parte morirono nelle latomie per malattia e cattive condizioni di vita, ricevendo per ciascun giorno due scodelle di cereali e una sola d'acqua, ma non pochi furono venduti essendo stati sottratti furtivamente o anche essendosi fatti passare per servi.
E questi li mettevano in vendita come servi marchiando a fuoco la figura di un cavallo sulla fronte; ma ci furono quelli che sopportarono anche questo oltre al fatto di essere schiavi. Ma fu loro di aiuto sia il riguardo sia la dignità. Infatti o venivano liberati presto oppure rimanevano presso coloro che li possedevano essendo trattati con riguardo. Ed alcuni si salvarono anche grazie a Euripide.
A quanto pare infatti tra i Greci (che abitavano) fuori (dalla Grecia) particolarmente quelli (che stavano) in Sicilia amarono appassionatamente la sua arte e imparando a memoria ogni volta piccoli esempi e assaggi quando coloro che arrivavano li rendevano disponibili, se li tramandavano l'un l'altro con piacere. Dicono dunque che allora parecchi di coloro che tornarono sani e salvi in patria salutarono amorevolmente Euripide e raccontarono alcuni che, essendo schiavi, erano stati rilasciati avendo fatto apprendere a memoria quante delle composizioni di lui ricordavano, altri invece che vagando dopo la battaglia ricevevano cibo ed acqua per aver cantato qualcuno dei suoi canti.
Non bisogna dunque meravigliarsi per il fatto che raccontano che gli abitanti di Cauno, accostandosi ai porti una nave inseguita da pirati in un primo momento non l'accolsero, ma la respinsero, poi tuttavia chiedendo se conoscevano canti di quelli di Euripide, e avendo quelli detto di sì, così acconsentirono e fecero entrare la nave
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