Vita di Cesare 14
Οὐ μὴν ἀλλ’ ὁ Καῖσαρ ἐν μέσῳ τῆς Κράσσου καὶ Πομπηΐου φιλίας ὥσπερ δορυφορούμενος ἐπὶ τὴν ὑπατείαν προήχθη· καὶ λαμπρῶς ἀναγορευθεὶς μετὰ...
TRADUZIONE LETTERALE
Cesare dunque come protetto (δορῠφορέω) al centro dell'amicizia di Crasso e di Pompeo, si avviò verso il consolato e, con magnificenza fu eletto (console)
con Calpurnio Bibulo e dopo essersi insediato nella carica subito propose leggi che non spettavano ad un console ma ad un audacissimo tribuno della plebe per il piacere della moltitudine proponendo fondazioni di colonie e divisioni di terre, ma poiché nel senato (nel consiglio)
lo contrastarono gli (uomini) onorevoli e nobili, egli che da molto tempo aveva bisogno di un pretesto per gridare e affermare che (il senato) lo spingeva suo malgrado verso il popolo, spinto dalla necessità a soddisfarlo, per la tracotanza e per la troppa severità del senato, uscì (balzò) fuori verso quello stesso (il popolo) e mettendosi da una parte Crasso, dall'altra Pompeo chiese (loro)
se approvassero le leggi; dicendo quelli che le approvavano, li chiamava ad aiutarlo contro quelli che minacciavano di ostacolarlo con le spade e quelli lo promettevano; Pompeo aggiunse anche che sarebbe arrivato contro quelle spade portando con la spada anche lo scudo
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