Aderbale scacciato da Giugurta chiede aiuto al senato di Roma - Versione latino
Aderbale scacciato da Giugurta chiede aiuto ai romani versione latino da Sallustio traduzione libro Il tantucci laboratorio 2
Pater (Micipsa) nos duos fratres (Ièmpsale e Adèrbale) relīquit, tertium Iugurtham beneficiis suis ratus est coniunctum nobis fore....
Mio padre lasciò noi due fratelli (Iemsale e Aderbale) e il terzo, Giugurta, pensò che sarebbe rimasto legato a noi dai suoi benefici.
Dei due uno è stato ucciso: io sono sfuggito a stento alle empie mani dell'altro. Che cosa farò? Dove, infelice, potrò mai rivolgermi? I sostegni della famiglia sono venuti tutti a mancare. Mio padre ha dovuto inevitabilmente cedere alla legge di natura. A mio fratello chi meno avrebbe dovuto, cioè un parente, ha tolto la vita in modo spietato; i parenti, gli amici e gli altri miei congiunti sono caduti vittime chi di una sciagura chi di un'altra: presi da Giugurta, alcuni furono crocifissi, altri esposti alle fiere, i pochi lasciati in vita, rinchiusi in oscure prigioni, trascinano, nella tristezza e nel pianto, una vita peggiore d'ogni morte.
Se mi fosse rimasto tutto quello che ho perduto o che da amico mi è diventato nemico, io nondimeno, a ogni improvvisa mia disgrazia, invocherei voi, padri coscritti, ai quali, per la grandezza dell'impero, spetta la difesa del diritto e la punizione delle offese. Ora però, cacciato dalla casa paterna, solo, spogliato di ogni dignità, dove andrò? Ai popoli o ai re, che sono tutti ostili alla nostra stirpe, a causa della nostra amicizia con voi? O posso io andare in qualche luogo, ove non ritrovi a ogni passo le tracce delle guerre combattute dai miei antenati?
O potranno avere pietà di me coloro che un tempo furono vostri nemici? Infine, padri coscritti, Massinissa ci inculcò il principio di non onorare altri che il popolo romano, di non stringere nuove alleanze o trattati.
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