Cesare propone di abolire la pena di morte - Versione Sallustio
Cesare propone di abolire a pena di morte
Autore: Sallustio da LITTERA LITTERAE
Maiores nostri, patres conscripti, neque consili neque audaciae umquam eguerunt neque illis superbia obstabat quominus aliena instituta, si modo proba erant, imitarentur....
I nostri padri, o senatori, non furono privi mai né di senno né di intraprendenza; né per l'orgoglio si opposero al fatto che si imitasse ciò che di buono trovarono nelle consuetudini dei popoli vicini;
così adottarono gli stessi tipi di armi difensive e offensive dei Sanniti, e per lo più, i caratteri della magistratura dei Tusci. Inoltre, se avevano considerato idoneo qualcosa che avevano appreso dagli alleati o dai nemici, non lo rifiutavano e lo mettevano in pratica con grande impegno in patria: preferivano imitare che invidiare le buone istituzioni.
Ma in quello stesso tempo, a imitazione degli usi greci, punivano i cittadini a sferzate e, nel caso di reati più gravi, con la pena capitale. Quando lo Stato crebbe, così come crebbe il numero dei cittadini, cominciarono a prevalere le fazioni: cittadini innocenti venivano oppressi e accadevano abomini di questo genere; fu così approntata la legge Porcia - e altri provvedimenti simili - in base a cui fu concesso ai condannati, al posto della morte, l'esilio. Per questo, senatori, credo che debba convincerci a desistere dalle recenti disposizioni prese contro i condannati.
Per tale ragione, o senatori, non dubito del fatto che che da quelli dobbiamo prendere esempio in questa causa nella quale è condotta la vita dei cittadini romani bisogna tralasciare qualsiasi nuovo disegno, apprendiamo ciò che è degno per virtù e sapienza dei nostri avi che resero così grande con piccole opere l'impero.
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