Giugurta a Roma - Sallustio versione latino Sermo et Humanitas
Giugurta a Roma versione latino Sallustio
traduzione libro Sermo et humanitas
Memmius populo persuadet ut L. Cassius, qui tum praetor erat, ad Iugurtham mitteretur eumque Romam duceret, quo facilius, indicio regis,...
Memmio convince il popolo a mandare da Giugurta L. Cassio, che allora era pretore, e di condurlo a Roma, affinché fossero dimostrati più facilmente, con la testimonianza del re, i delitti di Scauro e degli altri, che Memmio accusava in giudizio di aver preso del denaro.
Mentre a Roma si compiono questi atti, coloro che in Numidia erano al comando dell'esercito compirono molti e vergognosissimi delitti. Alcuni, corrotti con l'oro, consegnarono a Giugurta degli elefanti; altri vendettero [come schiavi] dei disertori, altri compivano razzie dalle popolazioni con cui esistevano trattati di pace: con tanta forza l'avarizia aveva occupato i loro animi.
Il pretore Cassio parte diretto a Giugurta; e lo persuade, benché timoroso e diffidente per la sua situazione a causa della consapevolezza dei delitti, a consegnarsi al popolo Romano, affinché scelga di non sperimentarne la forza piuttosto che la misericordia.
In privato inoltre interpone la sua parola, che quello non considerava di meno di un pubblico impegno: tale in quel momento era il prestigio di Cassio. Giugurta dunque giunge a Roma con Cassio. C. Memmio, convocato il tribunale, benché la plebe fosse ostile al re, obbedendo più alla dignità che all'ira si sforzava di sedare la sommossa e di calmare gli animi. Poi, quando ottenne il silenzio, portato avanti Giugurta, fa un discorso, rammenta i suoi delitti a Roma ed in Numidia, dimostra le sue scelleratezze contro il padre ed i fratelli. Terminò così l'arringa: "Se rivelerai la verità (lett. aprirai la verità) potrai riporre una grande speranza nella parola e nella clemenza del popolo Romano; se invece sarai reticente, non sarai di aiuto alla salvezza dei tuoi compari, ma manderai in malora te e le tue speranze".
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