Il discorso di Catone - Sallustio versione latino callidae voces
Il discorso di Catone VERSIONE DI latino di Sallustio TRADUZIONE dal libro Callidae voces
Saepe numero, patres conscripti, multa verba in hoc ordi ne feci, saepe de luxuria atque avaritia nostrorum civium questus sum multosque mortalis es causa advorsos habeo....
TRADUZIONE
Spesso, o padri coscritti, dissi molte parole a lungo davanti al vostro consesso, spesso ho biasimato il lusso e l'avidità dei nostri concittadini, e per questa ragione molti mi si sono fatti nemici mortali.
Per me, che non avrei mai perdonato a me stesso e al mio animo nessun delitto, non era facile perdonare ad altri le malefatte della loro passione. Ma sebbene voi non vi curaste di ciò, tuttavia la repubblica era salda: la prosperità tollerava la negligenza. Ma ora non si tratta di questo, se viviamo virtuosamente o viziosamente, né di quanto sia grande e magnifico l'impero del popolo romano, ma di sapere se questi beni, in qualunque modo li si consideri, resteranno nostri o cadranno insieme con noi in potere del nemico.
E ora qualcuno mi viene a parlare di mansuetudine e di pietà? Già da tempo, invero, abbiamo disimparato il vero senso delle parole: poiché l'essere prodighi coi denari altrui si dice liberalità e l'audacia nelle ribalderie si chiama bravura, perciò la repubblica è ridotta allo stremo.
Poiché tali sono i costumi, siano pure liberali con i beni degli alleati; siano pietosi con i ladri dell'erario: ma non largheggino con il nostro sangue, e mentre risparmiamo pochi scellerati, non mandino tutti i galantuomini in rovina
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