LA STRAGE DI VAGA - Sallustio versione latino Maiorum lingua

La strage di Vaga
Versione latino Sallustio libro Maiorum lingua c, pag. 169 n° 247

Testo latino Iugurtha postquam bellum incipit, cum magna cura parare omnia, festinare, cogere exercitum, civitatis, quae ab se defecerant,...

Giugurta, dopo che ebbe ripreso la guerra, preparava tutto con grande cura e la massima fretta, raccoglieva un nuovo esercito, cercava di far tornare a sé le città che si erano ribellate con il terrore e mostrando ricompense, fortificò i capisaldi, riparava o acquistavi armi e frecce, raccoglieva gli schiavi dei Romani e corrompeva con il denaro loro stessi che erano nei presidi, insomma non lasciava nulla intatto né tranquillo, muoveva ogni cosa.

Allora a Vaga, dove Metello aveva posto un presidio, i capi delle città avevano ordito una congiura, infatti il popolo, come soleva la maggior parte e soprattutto in Numidia, era di indole volubile, turbolenta e litigiosa, desiderosa di cose nuove, avversa alla tranquillità e all’ozio. In seguito, in un giorno festivo, chi l’uno chi l’altro invitavano nelle loro case i centurioni, i tribuni militari e lo stesso prefetto della città, Turpilio Sileno; massacrarono tutti loro eccetto Turpilio durante il banchetto.

Dopo, come soleva in quel giorno, i soldati vagando inermi furono aggrediti. La plebe fece lo stesso, alcuni informati dalla nobiltà, altri ancora spinti dall’interesse di tali cose.

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