Solerzia di Gaio Mario
Solerzia di Gaio Mario versione latino Sallustio
Dein Marius, uti coeperat, in hiberna proficiscitur, quae propter commeatum in oppidis maritimis agere decreverat....
Quindi Mario, come aveva cominciato, andò nei quartieri d'inverno, che per l’approvvigionamento aveva deciso di avere nelle città marittime.
Né tuttavia per la vittoria divenne indolente o arrogante, ma, proprio come al cospetto dei nemici, procedeva a schieramento quadrato. Silla con la cavalleria stava all'estrema destra, Aulo Manlio stava nella parte sinistra con i frombolieri e gli arcieri, inoltre comandava le coorti dei Liguri; davanti tutti e alla fine aveva collocato i tribuni con i manipoli di fanteria leggera. I fuggiaschi, per niente stimati e molto pratici delle regioni, spiavano la marcia dei nemici.
Allo stesso tempo il console, come se nessun altro ne avesse avuto incombenza, provvedeva ad ogni cosa, stava vicino ad ognuno, lodava e sgridava chi lo meritava. Egli stesso, armato e attento, costringeva i soldati a seguire il suo esempio; e non diversamente da come conduceva la marcia, fortificava l'accampamento, inviava cavalieri ausiliari in aiuto agli accampamenti, inoltre collocava altri tra le fortificazioni sopra alla trincea: ispezionava egli stesso le scolte, non tanto perché temeva che ciò che comandava non sarebbe stato eseguito, quanto perché la fatica, condivisa con il comandante, fosse accettata volenterosamente dai soldati.
E veramente Mario in quello e negli altri tempi della guerra giugurtina costringeva all'obbedienza l'esercito più col senso dell’onore che con le punizioni.
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