De Beneficiis libro III capitolo 19
De Beneficiis libro III capitolo 19
Non vi è dubbio che uno schiavo possa dare un beneficio; perché dunque non potrebbe ( darlo) al padrone?”Perchè non può”-si dice-“diventare creditore del suo padrone, se gli avrà dato del denaro.
Ma in altro modo egli tutti i giorni rende il proprio padrone obbligato nei suoi confronti: mentre passeggia (il padrone) è seguito, lo assiste quand’è malato, lavora la terra del padrone con grandissima fatica; ogni cosa pure le stesse che vengono chiamate benefici se a farli è un altro, servizi se a farli è un servo. Infatti è un beneficio quello che uno dà, pur essendogli possibile anche di non darlo; infatti il servo non ha facoltà di negare; così non da, ma obbedisce; né si vanterebbe se facesse ciò che non può fare. ” Anche se le cose sono poste in questi termini avrò la meglio e porterò lo schiavo al punto che (capirà che) è libero in molte cose. Intanto dimmi, se ti mostrerò qualcuno (mentre lotta)
che combatte in difesa della salvezza del suo signore senza rispetto di sé trafitto da ferite, tuttavia versa i resti den sangue dalle stesse parti vitali, e che cerca una pausa per la sua morte, affinché quello abbia il tempo di fuggire, tu negherai che costui abbia dato un beneficio, perché è un servo. Se ti avrò dimostrato qualcuno, che per rivelare i segreti del padrone non corrotto da nessuna promessa del tiranno, non atterrito da nessuna minaccia, non vinto da nessuna tortura, (qualcuno che) ha deviato i sospetti del magistrato inquirente per quanto ha potuto ed ha sacrificato la vita alla fedeltà, forse tu negherai che costui abbia dato un beneficio, perché è un servo?Stai attento, poiché è più raro un esempio di virtù presso gli schiavi, non sia perciò più grande ed anche più gradito, ciò che, quasi avendo il sommo potere inviso, ed (essendo) ogni difficile costrizione, la stima del signore ha superato in qualcuno, del comune odio della schiavitù. Perciò non è vero che non sia un beneficio.
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