I DONI DEGLI DEI - Seneca versione latino De beneficiis Libro V capitolo 5
I DONI DEGLI DEI - DE BENEFICIIS V 6
Versione di latino di Seneca
LIBRO la versione latina nel biennio
Si pecuniam tibi aliquis donaverit et arcam tuam (quoniam tibi id magnum videtur) impleverit, beneficium vocabis;
tot metalla deus defodit, argenti, aeris, ferri immane pondus omnibus locis obrutum, cuius investigandi tibi facultatem dedit, ac latentium divitiarum in summa terra signa disposuit; negas te accepisse beneficium?
Si domus tibi donetur in qua marmoris aliquid resplendeat, ac tectum nitidius, auro aut coloribus sparsum, non mediocre munus vocabis; ingens tibi domicilium (=la terra) sine ullo incendii aut riunae metu struxit, in quo vides non tenues crustas, sed integritas lapidis pretiosissimi moles, sed totas variae distinctaeque materiae, cuius tu parvula frustra miraris, tectum (=il tetto, cioè il cielo) vero aliter nocte, aliter interdiu fulgens; negas te ullum munus accepisse?
Se qualcuno ti donasse denaro per il tuo forziere (perchè a te par grande cosa questo) e la riempisse tu lo chiamerai beneficio, perché se dunque dio ha diffuso tanti metalli.
argento, oro ferro di tanto peso in tutti i luoghi sotterrati di cui ti ha dato facoltà di investigare, e ha deposto segni di ricchezze nascoste nella degna terra, tu neghi che ti ha dato un beneficio?
Se ti fosse donata una casa nella quale rilucesse del marmo e avesse il tetto pendende con oro o dipinto di svariati colori tu lo chiameresti non del tutto ordinario; E tu avendoti Dio edificato un così ingente domicilio senza alcun pericolo di dover ardere o cadere nel quale tu non vedi tenui croste, ma montagne intere di preziosissime pietre, ma tutte varie e distinte di quella materia che tu guardi con grandissima meraviglia, il cielo, che a volte la notte che a volte durante il giorno risplende, tu neghi di aver ricevuto beneficio alcuno?
Le versioni del tuo libro senza doverle cercare?