Le parole di Ario a Livia
Deinde oro atque obsecro ne te difficilem amicis et intractabilem praestes....quasi parum ipsa per se horrida sit, quidquid potes congeris.
Poi ti prego e ti scongiuro affinché tu non ti dimostri difficile con gli amici ed intrattabile.
Tu non ignori infatti che tutti non sanno in quale modo comportarsi se raccontare qualcosa alla tua presenza di Druso o no, affinché non faccia torto la dimenticanza di quell'illustre e celebre giovane o la sua menzione ne faccia (torto) a te. Quando ci appartiamo e ci riuniamo da soli, celebriamo le sue azioni e i suoi detti con tutta la stima che egli meritò; in tua presenza osserviamo un assoluto silenzio su di lui. E quindi ti privi di un grandissimo piacere, con gli elogi di tuo figlio, che non dubito tu voglia dargli potenza e vorrai prorogare, se tu ne avessi la facoltà, anche a prezzo della vita.
Perciò sopporta, anzi sollecita i discorsi con i quali egli è ricordato, e porgi orecchie attente al nome e alla memoria di tuo figlio; e non ritenerlo gravoso come fanno gli altri, che in simili occasioni pensano che ascoltare parole di conforto sia parte della loro disgrazia. Ora ti sei adagiata tutta dall'altra parte e, dimentica del meglio, guardi alla tua sorte dalla parte peggiore.
Non ti rivolgi ai piacevoli incontri e alla comunanza di vita con tuo figlio, né alle infantili e dolci carezze, né ai progressi dei suoi studi: ti soffermi sull'ultimo aspetto della storia; concentri in esso tutto ciò che ti è possibile, come se non sia orribile già di per sé.
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