Le vie che portano alla scelta dell'otium
Duae maxime et in hac re dissident sectae, Epicureorum et Stoicorum, sed utraque ad otium diversa via mittit. ..... si minus, proximis, si minus, sibi. Nam cum se utilem ceteris efficit, commune agit negotium.
Le due scuole filosofiche, degli Epicurei e degli Stoici, sono di parere contrario specialmente in questa cosa, ma entrambe conducono alla vita ritirata per una strada diversa.
Epicuro dice: "Il saggio non si avvicinerà allo Stato, a meno che non accadrà qualcosa"; Zenone dice: "Si avvicinerà allo Stato, a meno che qualcosa non lo impedirà". L'uno ricerca il disimpegno di proposito, l'altro per una ragione, ma quella si estende ampiamente. Se lo Stato è troppo corrotto per poter essere aiutato, è è ottenebrato dai mali, il saggio non si sforzerà invano né si sacrificherà, se è destinato a non giovare a nulla; se avrà poca autorità o forze e lo Stato non è intenzionato ad accoglierlo, se la salute glielo impedirà.
Pertanto anche colui che ha ancora tutta la situazione nelle sue mani, prima di sperimentare le tempeste, può starsene al sicuro e da subito dedicarsi alle arti liberali e praticare una vita assolutamente ritirata, cultore delle virtù, che possono essere praticate anche dai più tranquilli.
Di fatto a un uomo si richiede questo, che giovi agli uomini, a molti, se si può fare, se no, a pochi, se no, a coloro che gli sono vicini, se no, a se stesso. Infatti, quando si rende utile agli altri, pratica l'interesse comune
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