L'imperatore Tiberio (Versione Svetonio)
L'imperatore Tiberio
Autore: Svetonio
Corpore fuit amplo atque robusto, statura quae iustam excederet; latus ab umeris et pectore, ceteris quoque membris usque ad imos pedes aequalis et congruens; sinistra manu agiliore ac ualidiore, articulis ita firmis, ut recens et integrum malum digito terebraret, caput pueri uel etiam adulescentis talitro uulneraret.
Colore erat candido, capillo pone occipitium summissiore ut ceruicem etiam obtegeret, quod gentile in illo uidebatur; facie honesta, in qua tamen crebri et subiti tumores, cum praegrandibus oculis et qui, quod mirum esset, noctu etiam et in tenebris uiderent, sed ad breue et cum primum e somno patuissent; deinde rursum hebescebant. Incedebat ceruice rigida et obstipa, adducto fere uultu, plerumque tacitus, nullo aut rarissimo etiam cum proximis sermone eoque tardissimo, nec sine molli quadam digitorum gesticulatione. Quae omnia ingrata atque arrogantiae plena et animaduertit Augustus in eo et excusare temptauit saepe apud senatum ac populum professus naturae uitia esse, non animi. Ualitudine prosperrima usus est, tempore quidem principatus paene toto prope inlaesa, quamuis a tricesimo aetatis anno arbitratu eam suo rexerit sine adiumento consilioue medicorum.
Tiberio fu di corpo massiccio e robusto, di statura superiore alla media; largo di spalle e di torace, aveva, dalla testa ai piedi, le membra ben fatte e perfettamente proporzionate; la sua mano sinistra era più agile e più forte dell'altra e le articolazioni così salde che poteva forare con un dito un pomo appena colto e senza tare, mentre con un colpo di nocche poteva ferire la testa di un fanciullo o anche di un adolescente. Aveva la carnagione bianca, i capelli dall'attaccatura molto bassa sul di dietro, in modo che gli coprivano anche la nuca, cosa che sembrava in lui una caratteristica di famiglia; il viso era nobile, benché spesso si riempisse improvvisamente di foruncoli; gli occhi erano molto grandi e, cosa straordinaria, riuscivano a vedere anche di notte e nelle tenebre, ma per poco tempo e quando cominciavano ad aprirsi dopo il sonno, poi perdevano questo potere.
Camminava a testa alta e rigida, con il volto solitamente contratto, in genere senza parlare o rivolgendo soltanto qualche rara parola a quelli che lo circondavano, e anche questo con estrema noncuranza, e non senza muovere distrattamente le dita. Tutte queste abitudini sgradevoli e piene di arroganza richiamarono l'attenzione di Augusto che più di una volta cercò di scusarle sia presso il Senato, sia presso il popolo, dicendo che si trattava di difetti di natura, non di cuore. Godette di un'eccellente salute che più o meno, rimase perfetta per quasi tutto il periodo del suo principato, sebbene dopo i trent'anni la governasse lui stesso a suo modo, senza ricorrere agli aiuti e ai consigli dei medici.
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