La pudicizia femminile a Roma

Matronae, quae contentae uno matrimonio fuerant, corona pudicitiae honorabantur, quia Romani credebant multorum matrimoniorum experientiam quasi ligitimae cuiusdam intemperantiae signum esse....

Le matrone che si erano accontentate di un solo matrimonio venivano onorate con la corona della pudicizia: giacché i romani credevano che che l'esperienza di più di un matrimonio fosse segno di un'intemperanza.

Tutte le volte poi che ci fosse un litigio tra marito e moglie entrambi si recavano nel tempietto della Dea Viriplaca sito sul Palatino e dopo aver qui esposto quanto volevano mettevano da parte ogni ostilità e se ne tornavano a casa d'amore e d'accordo. Per centocinquant'anni dalla fondazione di Roma non si verificò alcun ripudio tra moglie e marito.

Per primo infatti sp. Carvillio scacciò la moglie per la sterilità sebbene sembrasse indotto da una ragionevole motivazione, tuttavia non si astenne (dal farlo) perché i romani ritenevano che neppure il desiderio di aver figli avrebbe dovuto essere anteposto alla fedeltà coniugale. Inoltre perché il decoro delle matrone fosse protetto dal baluardo della pudicizia si proibì a chi citasse una donna in tribunale di sforarne il corpo, in modo che la sua stola rimanesse inviolata da mano altrui.

L'uso del vino, un tempo fu sconosciuto alle donne romane per evitare che si lasciassero andare a qualche gesto indecoroso. Del resto perchè anche la loro pudicizia non fosse triste e sgradevole, ma fosse temperata ad un modesto fascino femminile  per rendere più grazioso il loro aspetto si tingevano con grande cura i capelli con la cenere

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