Cicerone viene condannato all'esilio - Versione latino Velleio Patercolo

Velleio Patercolo versione latino e traduzione

Per idem tempus, P. Clodius, homo nobilis, disertus, audax, quique dicendi neque faciendi ullum nisi quem vellet nosset modum, malorum...

Allo stesso tempo, Publio Clodio, uomo nobile, facondo, audace, che non conosceva alcun limite nel dire e nell'agire se non quel che egli voleva, convintissimo esecutore di mali propositi, di cattiva fama anche per il rapporto con la sorella nonchè colpevole d'un atto d'empietà durante dei riti d'altissimo valore religioso per il popolo romano, giacchè nutriva forti motivi d'inimicizia nei confronti di Marco Cicerone -difatti, che poteva esservi di amichevole tra due uomini tanto dissimili?- dopo esser transitato dai patrizi alla plebe, presentò, durante il proprio tribunato, una legge, che dichiarava che colui che avesse eventualmente tolto di mezzo un cittadino romano senza che questo fosse stato sottoposto a processo, sarebbe stato esiliato: e quantunque nei termini di questa non venisse nominato Cicerone, tuttavia a lui solo era destinata questa legge.

In questo modo un uomo assai meritevole per lo Stato sopportò la disgrazia dell'esilio come prezzo per la salvezza della patria. Cesare e Pompeo non si sottrassero al sospetto d'aver oppresso Cicerone.

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