Elogio dell'imperatore Tiberio (Versione latino Velleio Patercolo)
versione latino Velleio Patercolo
Sacravit parentem suum Caesar non imperio, sed religione, non appellavi! eum, sed fecit deum....
Cesare consacrò dio il proprio genitore non per atto d'imperio, ma di religione, non lo chiamò soltanto, ma Io fece davvero dio.
La lealtà ritornò nel foro e ne venne rimossa la sediziosità, l'ambizione dal Campo Marzio, la discordia dalla curia, vennero restituite alla città la giustizia, l'equità, l'attività, un tempo sepolte e ricoperte di ruggine; si accrebbe il prestigio ai magistrati, la maestà al senato, la serietà ai processi; i disordini del teatro vennero repressi, a tutti venne instillata la volontà o imposta la necessità del ben fare. Le azioni oneste vengono onorate, le disoneste punite, l'umile guarda al potente ma non lo teme, il potente precede, non disprezza l'umile.
Quando il costo della vita fu più moderato, quando più serena la pace? Estesa fino all'oriente ed all'occidente ed ai tenitori limitati dal mezzodì e dal settentrione, la pace augusta mantiene immuni dal timore del brigantaggio tutti gli angoli della terra. La munificenza del principe soccorre non solo alle evenienze private dei cittadini, ma anche delle città. Furono restaurate le città dell'Asia, liberate dai soprusi dei magistrati le provincie:
l'onore viene prontamente riconosciuto ai degni, tarda ma immancabile la punizione verso i cattivi : il favore sottosta alla giustizia, l'ambizione al merito; infatti agendo bene l'ottimo principe insegna ai cittadini a comportarsi rettamente, ed essendo il massimo quanto a potere, è anche maggiore quanto all'esempio
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