Come Aristofane fu posto a capo della biblioteca di Alessandria

De Architettura libro 7

[4] Regis Attalici magnis philologiae dulcedinibus inducti cum egregiam bybliothecam Pergami ad communem delectationem instituissent, tunc...

Regis Attalici magnis philologiae dulcedinibus inducti cum egregiam bybliothecam Pergami ad communem delectationem instituissent,

Quando [cum] i re [regis=reges] attalici […cioè la dinastia regnante sulla Siria], sedotti dalle grandi dolcezze dello studio, ebbero istituito [instituissent = 3^ plur. piucheperfetto att. di instituo=istituisco] la straordinaria biblioteca di Pergamo per il piacere comune,

tunc item Ptolmaeus infinito zelo cupiditatisque incitatus studio non minoribus industriis ad eundem modum contenderat Alexandriae comparare.

allora parimenti Tolomeo, animato da infinito zelo e [di] desiderio per lo studio, con non minore industriosità aveva nello stesso modo cercato di [contenderat=3^ p. sing. att. piuccheperfetto indicativo di contendo=cerco di, tendo a] porre sullo stesso piano [->Pergamo, sottointeso] rispetto ad Alessandria.

Cum autem summa diligentia perfecisset, non putavit id satis esse, nisi propagationibus inseminando curaret augendam.

Ma [autem] pur avendo operato con la massima diligenza, non riteneva che ciò fosse abbastanza, se non avesse curato [curaret=3^ p. sing. impf. congiunt. di curo] di arricchire con degli ampliamenti la [sua biblioteca, sottinteso] da accrescere [augendam = abl. gerundio di augeo, faccio crescere]

Itaque Musis et Apollini ludos dedicavit et, quemadmodum athletarum, sic communium scriptorum victoribus praemia et honores constituit.

E perciò dedicò dei giochi alle Muse e ad Apollo e, al modo degli atleti, istituì così premi e onori per i vincitori [dei giochi, sottint.] tra gli scrittori pubblici [scriptorum è genitivo partitivo].

[5] His ita institutis, cum ludi adessent, iudices litterati, qui ea probarent, erant legendi....

His ita institutis, cum ludi adessent, iudices litterati, qui ea probarent, erant legendi.

Così istituiti questi [ludi, sottint.], essendo prossimi i ludi, bisognava eleggere dei giudici esperti nelle lettere, che giudicassero queste cose.

Rex, cum iam sex civitatis lectos habuisset nec tam cito septumum idoneum inveniret, retulit ad eos, qui supra bybliothecam fuerunt, et quaesiit, si quem novissent ad id expeditum.

Il re, avendo già sei eletti della città, ma non trovando in fretta un settimo idoneo, ritornò [retulit = 3^ p. sing. att. perfetto di re-fero, fers, tuli, latum, ferre: ritorno] da questi, i quali governavano [letteralm., erano sopra] la biblioteca, e chiese se conoscevano qualcuno [quem da quis, quis, quid, pronome indefinito o interrogativo: qualcuno o chi] adatto a ciò.

Tunc ei dixerunt esse quendam Aristophanen, qui summo studio summaque diligentia cotidie omnes libros ex ordine perlegeret.

Allora essi dissero che vi era un certo [quendam da quidam, quaedam, quoddam o quiddam] Aristofane, il quale avrebbe esaminato [perlegeret = 3^ p. sing. att. cong. imperf. di perlegio] con il massimo zelo e la massima diligenza ogni giorno i libri con ordine.

Itaque conventu ludorum, cum secretae sedes iudicibus essent distributae, cum ceteris Aristophanes citatus, quemadmodum fuerat locus ei designatus, sedit.

E così, giunti i ludi [letter., con l’assemblea dei ludi], essendo state assegnate sedi separate per i giudici, Aristofane in quanto chiamato, si siede con gli altri [giudici, sottint.] come se quel posto fosse stato per lui designato.

[6] Primo poetarum ordine ad certationem inducto cum recitarentur scripta, populus cunctus significando monebat iudices, quod probarent....

Primo poetarum ordine ad certationem inducto cum recitarentur scripta, populus cunctus significando monebat iudices, quod probarent.

Essendo stata la prima classe dei poeti chiamata alla gara, dopo che erano stati recitati i testi, tutto il popolo gesticolando esortava i giudici a emettere la sentenza [il fatto che giudicassero, letteralm.]

Itaque, cum ab singulis sententiae sunt rogatae, sex una dixerunt, et, quem maxime animadverterunt multitudini placuisse, ei primum praemium, insequenti secundum tribuerunt.

E così, dopo che dai singoli [giudici] furono date le sentenza, sei [di essi, sottint.] dissero le stesse cose [una = acc. neutro plur. di unus, qui nel senso di identico, medesimo], e (*)colui il quale massimamente avvertirono essere piaciuto [placuisse = inf. att. perf. di placeo] alla moltitudine, a costui diedero il primo premio, e al successivo il secondo [->ovvero: (*)diedero il premio a questi [ei] il quale [quem] avvertirono essere piaciuto…]

Aristophanes vero, cum ab eo sententia rogaretur, eum primum renuntiari iussit, qui minime populo placuisset.

In verità Aristofane, quando da lui fu data la sentenza, decretò [iussit da iubeo, es, iussi, iussum, ere: decretare] essere dichiarato [renuntiari inf. pass. pres. da renuntio: annuncio] primo colui che meno era piaciuto al popolo.

[7] Cum autem rex et universi vehementer indignarentur, surrexit et rogando impetravit, ut paterentur se dicere....

Cum autem rex et universi vehementer indignarentur, surrexit et rogando impetravit, ut paterentur se dicere.

Ma quando re e folla [universi = tutti insieme, letteralm.] si indignarono fortemente, si alzò [surrexit da surgo, is, surrexi, surrectum, ere: alzarsi] e chiese con successo [letteralm., ottenne (impetravit) col chiedere (rogando=gerundio di rogo)] che lo lasciassero [paterentur = 3^ plur. impf. cong. di patior, verbo deponente: lascio, tollero] parlare.

Itaque silentio facto docuit unum ex his eum esse poetam, ceteros aliena recitavisse; oportere autem iudicantes non furta sed scripta probare.

E così, giunto il silenzio, dimostrò che di quelli egli era il solo [unum] poeta, gli altri avevano recitato cose non loro; ma che era necessario [oportere infinitiva da oportet, opurtuit, oportere, verbo imperson. att.: è necessario] che i giudici esaminassero non cose rubate, ma cose scritte [dai concorrenti, sottint.] [Nota bene: iudicantes probare è un’infinitiva retta da una precedente infinitiva: oportere].

Admirante populo et rege dubitante, fretus memoriae certis armariis infinita volumina eduxit et ea cum recitatis conferendo coegit ipsos furatos de se confiteri.

Mentre il popolo lo ammirava e il re rimaneva nel dubbio, fiducioso nei sicuri armadi della memoria estrasse infiniti volumi e col paragonare [conferendo=abl. gerundio di confero: porto insieme, paragono] essi con quelli recitati [dai concorrenti, sottint.], costrinse [coegit da cogo, is, coegi, coactum, ere: spingo, raduno] gli stessi a confessare [confiteri inf. att. da confiteor, verbo deponente: confesso] riguardo se stessi di aver rubato [letteralm., furatos (riferito a ipsos) significa “aventi rubato”, in quanto part. att. perf. da furor, aris, atus, ari: rubo].

Itaque rex iussit cum his agi furti condemnatosque cum ignominia dimisit, Aristophanen vero amplissimis muneribus ornavit et supra bybliothecam constituit.

Dunque il re decretò riguardo a essi [cum his] che fossero accusati di furto [agi furti; dove agi è inf. pass. pres. da ago, is, egi, actum, ere: conduco] e condannati li dimise con ignominia, (mentre) invero onorò Aristofane con grandissimi doni e lo pose a capo della biblioteca.

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