Importanza della trasmissione delle memorie del passato - Vitruvio versione latino

Importanza della trasmissione delle memorie del passato
Versione di latino di Vitruvio
traduzione dal LIBRO np
Testo latino

Maiores cum sapienter tum etiam utiliter instituerunt, per commentariorum relationes cogitata tradere posteris, ut ea non interirent, sed...

TRADUZIONE

Maiores cum sapienter tum etiam utiliter instituerunt, per commentariorum relationes cogitata tradere posteris, ut ea non interirent, sed singulis aetatibus crescentia voluminibus edita gradatim pervenirent vetustatibus ad summam doctrinarum subtilitatem.

Gli antenati stabilirono tanto sapientemente quanto utilmente (cum… tum… preposizioni correlative) che le cose pensate venissero trasmesse ai posteri per mezzo dei resoconti dei commentari, affinché esse non cadessero nell’oblio, ma accumulandosi (letteralm., con la crescita) nelle singole età, edite attraverso volumi, pervenissero gradualmente con la vecchiezza (letteralm., con le vecchiezze) alla massima sottigliezza delle dottrine.

Itaque non mediocres sed infinitae sunt his agendae gratiae, quod non invidiose silentes praetermiserunt, sed omnium generum sensus conscriptionibus memoriae tradendos curaverunt.

Così non mediocri ma infiniti sono i ringraziamenti da porgere loro (agere gratiam: ringraziare; agendae= gerundivo sogg. plur. femm.: aggettivo verbale che esprime senso di dovere [in questo caso, dover agire] -> ovviam. dipendente da gratiae), poiché non tralasciarono (il complem. ogg. è specificato avanti) disonorevolmente in silenzio, ma si curarono dei pensieri di ogni generazione (curaverunt sensus omnium generum) trasmettendoli alla memoria con gli scritti (letteralm., dei pensieri da trasmettere [–> tradendos = altro gerundivo, come prima agendae] alla memoria con gli scritti= conscriptionibus memoriae tradendos).

Namque si non ita fecissent, non potuissemus scire,

E infatti, se non avessero fatto così, non avremmo potuto sapere (NB: seguono una serie di interrogative indirette introdotte da pronomi interrogativi)

quae res in Troia fuissent gestae, nec quid Thales, Democritus, Anaxagoras, Xenophanes reliquique physici sensissent de rerum natura, quasque Socrates, Platon, Aristoteles, Zenon, Epicurus aliique philosophi hominibus agendae vitae terminationes finissent,

quali cose vennero fatte a Troia, né cosa Talete, Democrito, Anassagora, Senofane e gli altri fisici avessero sperimentato riguardo alla natura, quali cose Socrate, Platone, Aristotele, Zenone, Epicuro e altri filosofi definissero (finissent da finio, is, ivi-ii, itum, ire) come limiti di una vita da seguire per gli uomini,

seu Croesus, Alexander, Darius ceterique reges quas res aut quibus rationibus gessissent, o (=seu)

quali cose e per quali ragioni (quas res aut quibus rationibus) Creso, Alessandro, Dario e gli altri sovrani fecero;

fuissent notae, nisi maiores praeceptorum conparationibus omnium memoriae ad posteritatem commentariis extulissent.

(tutte queste cose non, sottinteso) sarebbero note (=fuissent notae), se gli antenati non (le) avessero divulgate attraverso commentari alla posterità, con i confronti dei precetti alla memoria di tutti.

[3] Itaque quemadmodum his gratiae sunt agendae, contra, qui eorum scripta furantes pro suis praedicant, sunt vituperandi, quique non...

Itaque quemadmodum his gratiae sunt agendae, contra, qui eorum scripta furantes pro suis praedicant, sunt vituperandi,

Dunque nello stesso modo in cui bisogna esser grati a questi, di contro, coloro che rubando i loro scritti li attribuiscono a se stessi (letteralm., li predicano come loro – pro suis), devono essere vituperati,

quique non propriis cogitationibus scriptorum nituntur, sed invidis moribus aliena violantes gloriantur, non modo sunt reprehendendi, sed etiam, qui impio more vixerunt, poena condemnandi.

e coloro che si appoggiano a pensieri non propri di (altri, sottint.) scrittori, ma profanando cose altrui (…cioè idee, pensieri) si vantano di costumi sfavorevoli (…a se stessi, ovviamente), non solo sono da riprendere, ma anche, poiché (letteralm., i quali: pronome relat. riferito al sogg. della reggente) vissero secondo un empio costume, da condannare con un castigo.

Nec tamen hae res non vindicatae curiosius ab antiquis esse memorantur.

Né tuttavia queste cose sono ricordate (per) essere state punite con meno zelo (letteralm., non esser state punite con più zelo: curiosius) dagli antichi.

Quorum exitus iudiciorum qui fuerint, non est alienum, quemadmodum sint nobis traditi, explicare.

L’esito dei quali (il pronome relativo quorum, si ricollega al tema della frase precedente: gli atti di punire i furti) giudizi che ebbero luogo, non è inopportuno raccontare, secondo il modo in cui ci furono trasmessi.(By Adriano)

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