Sui Misteri 1.140
Καὶ μὲν δὴ καὶ τάδε ὑμῖν ἄξιον, ὦ ἄνδρες, ἐνθυμηθῆναι, ὅτι νυνὶ πᾶσι τοῖς Ἕλλησιν ἄνδρες ἄριστοι καὶ εὐβου λότατοι δοκεῖτε γεγενῆσθαι, οὐκ...
E' giusto che riflettiate su queste cose, o cittadini, perché ora sembrate essere gli uomini migliori e più prudenti fra tutti i Greci poiché non vi rivolgete verso la vendetta delle vicende [passate], ma verso la salvezza della città e alla concordia dei cittadini.
E molti altri hanno subito in passato disgrazie non più piccole delle mie, ma la capacità di ricomporre le discordie reciproche, proprio questa sembra essere la qualità di persone valenti e intelligenti. Poiché tutti vi riconoscono questa capacità.
Sia che uno vi sia amico, sia che vi sia nemico, non cambiate opinione, non private la città di questa fama, non date l'impressione di prendere decisioni a caso più che con l'intelligenza.
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