Psiche giunge nel palazzo di Cupido - versione latino Apuleio
Psiche giunge nel palazzo di Cupido
Versione di latino di Apuleio da Latino a colori
testo latino Psyche, teneris et herbosis locis in ipso toro roscidi graminis suave recubans, dulce conquievit....
Testo italiano Psiche dolcemente adagiata su un morbido prato, in un letto di rugiadosa erbetta, placidamente s'addormentò.
Dopo aver riposato abbastanza si levò più tranquilla e vide un boschetto fitto di alberi alti e frondosi e una sorgente d'acque cristalline e, proprio in mezzo al bosco, non lontana da quella fonte, vide una reggia, costruita non dalla mano dell'uomo ma per arte divina. Il soffitto a cassettoni finemente intarsiati di cedro e d'avorio, era sostenuto da colonne d'oro, le pareti tutte rivestite da bassorilievi d'argento raffiguranti belve e altri animali nell'atto di balzare su chi entrava.
Un uomo certamente straordinario, un semidio forse, anzi un dio di sicuro, chi aveva, con un'arte così magistrale, animato tutto quell'argento. Anche i pavimenti di preziosi mosaici spiccavano per la varietà delle composizioni. D'altronde, anche il resto della casa, in lungo e in largo, era di valore inestimabile: i muri erano formati da blocchi d'oro e brillavano di luce propria: tanto sfolgoravano le stanze, i porticati, le stesse porte.
Attratta dall'incanto del luogo Psiche s'avanzò, poi fattasi coraggio varcò la soglia e, presa dalla curiosità di quella mirabile visione, si mise a osservare attentamente ogni cosa. Vide così, in un'altra ala del palazzo, loggiati dalla linea stupenda, pieni zeppi di tesori. Ma nessuna chiave, nessun cancello, nessun custode difendeva quelle ricchezze del mondo intero.
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