Il senato romano rifiuta le profferte di Pirro
Μαθων δε τουτο Αππιος ο τυφλος εκομισθη επι το βουλευτηριον - υπο γαρ του γηρως και του παθους οικουρων εη - και ειπε μη συνφερειν τας προς...
Avendo appreso ciò, Appio il cieco andò in senato - infatti, era sostenuto dalla vecchiaia e dall'esperienza - e disse che gli accordi con Pirro non convenivano allo stato ed esortò anzi a cacciare via immediatamente Cinea dalla città e a consigliare a Pirro tramite lui, una volta ritornato in patria, di trattare sulla pace con loro o anche riguardo a qualche altra cosa di cui ci fosse bisogno.
Dunque Appio, consigliò ciò: il Senato allora non indugiò più ma decretò subito in accordo di Cacciare Cinea nel giorno stesso fuori dai confini e dichiarò a Pirro una guerra in modo perentorio finché indugiasse in Italia. Inflissero inoltre disonore ai prigionieri di guerra durante le spedizioni e né si servirono più di loro contro Pirro né altrove affinché, essendo insieme, non ideassero qualcosa di nuovo ma mandarono a sorvegliare chi da una parte chi da un'altra. "
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