I mali di stagione - Celso versione latino e traduzione
igitur saluberrimum ver est, proxirme deinde ab hoc hiems; periculosior quam salubrior aestas, autumnus longe periculosissimus....
La primavera è molto salutare, l'inverno è poi simile, l'estate è più pericolosa, l'autunno è di gran lunga il più pericoloso.
Insomma, fra le stagioni le migliori (per la salute) sono quelle a clima costante, calde o fredde che siano; le peggiori (invece) sono quelle sottoposte a grandi sbalzi di temperatura se ne conviene che l'autunno fa ammalare parecchia gente. Infatti, a mezzogiorno e dintorni fa caldo, (mentre) di notte, di mattina presto e anche verso sera fa freddo.
Il fisico - dunque - abituato al [lett. mitigato dal] calore estivo e successivamente al calore dei meriggi (autunnali), si trova improvvisamente esposto al freddo. In realtà, da una parte questa eventualità si verifica soprattutto in autunno [eo tempore], dall'altra, in qualunque stagione si verifichi, è nociva. Nelle stagioni a clima costante, sono particolarmente salubri i giorni di sereno; preferibili i giorni piovosi a quelli soltanto nuvolosi, ovvero coperti; d'inverno, sono perfetti i giorni non ventilati; d'estate, quelli durante i quali soffia lo zefiro. Se soffia un altro tipo di venti, (c'è da sapere) che i venti che soffiano dal nord sono più salubri rispetto ai venti di levante o meridionali: anche se talora incidono, sulla loro variabilità, le zone da essi interessate: ad esempio, qualunque vento proveniente dalle terre mediterranee è salubre, mentre se viene dal mare è pernicioso.
Infine, da ottimali condizioni climatiche non dipende soltanto un migliore stato di benessere fisico; anche eventuali malattie (in tali condizioni) risultano meno pericolose e guariscono più in fretta. Durante un periodo di malattia c'è un pessimo cielo che genera malessere
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