Quintiliano - Istitutiones - Libro X - 2 22 - 23 - testo e traduzione

Istitutiones - Libro X - 2 22 - 23

XXVII. Imitatio autem (nam saepius idem dicam) non sit tantum in verbis. Illuc intendenda mens, quantum fuerit illis viris decoris in rebus...

Traduzione n. 1 Tutor Stuurm "Matethes"

Lo spirito di imitazione (infatti più volte dirò la medesima cosa) non sia solamente nei termini.

A quel punto bisogna volgere l’animo, quanto di decoro ci sia stato in quegli uomini famosi verso le cose e le persone, quale piano, quale disposizione, come ogni cosa anche quelle che sembrino esser concesse al diletto, mirino alla vittoria: cosa si compia all’esordio, quale argomento e quanto alternative di parlare, quale capacità di fare accettare le prove e di confutare, quanta scienza nel muovere le aspirazioni di ogni genere, quanta sia la stessa lode popolare per l’utilità assunta, che allora è bellissima quando consegue, non quando si procura a forza.

Se approfondiremo bene queste cose, allora veramente imiteremo. Chi poi le proprie caratteristiche avrà aggiunto a quelle le cose buone per supplire quelle che mancavano per sfrondare le eventuali ridondanze, costui sarà il perfetto oratore che cerchiamo: quello che ora occorrerebbe assolutamente creare, poiché tanto più esempi di bene dire avanzano quanto a coloro che fin qui raggiunsero sono sommi.

Infatti anche quella sarà la loro lode, perché si dicano di aver superato i primi, abbiano insegnato i posteri.

Traduzione n. 2

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