La cicala e la volpe - Esopo versione greco
LA CICALA E LA VOLPE VERSIONE DI GRECO di Esopo
Una cicala cantava sull'alto di una pianta. Una volpe che aveva voglia di mangiarsela, escogitò una trovata di questo genere:
cominciò a magnificare la dolcezza del suo canto e a pregarla di scendere, dichiarando che desiderava vedere com'era grossa la bestia dotata di una voce così potente.
La cicala che sospettava il suo gioco, staccò una foglia e la gettò giù. La volpe le si precipitò addosso, come avrebbe fato con la cicala. E quella: "Ti sei sbagliata, cara mia, se speravi che io scendessi.
Io, dal giorno che ho veduto delle ali di cicala in una cacca di volpe, delle volpi non mi fido". Le sventure del prossimo rendono accorti gli uomini di buon senso.
LA CICALA E LA VOLPE Traduzione libro Gymnasion
Una cicala cantava su un alto albero. Una volpe dunque volendo mangiare la stessa, si dava da fare per questo.
Di fronte rimaneva e lodava ella con bella voce e la pregava di scendere: "Voglio vedere" disse l'animale tanto più bene mentre canta " e questo aspettava l'imboscata di quella: una foglia dunque staccata e gettata per terra.
La volpe infatti come verso la foglia corre verso la cicala, invece la cicala dall'alto dice: "ma tu sbagli, cara mia, se pensi che io scenda verso te, io infatti sto in guardia dalle volpi da tutto quel tempo, quando nella grotta della volpe vedevo le ali della cicale". Il discorso dimostra che le disgrazie dei vicini rendono saggi i saggi tra gli uomini.
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