L'usignolo e lo sparviero - Esopo versione greco
L'usignolo e lo sparviero versione greco Esopo da vari libri
Dal libro Ellenisti pagina 297 numero 7
Ἀηδὼν ἐπί τινος ὑψηλῆς δρυὸς καθημένη κατὰ τὸ σύνηθες ᾖδεν. ἱέραξ δὲ αὐτὴν θεασάμενος, ὡς ἠπόρει τροφῆς, ἐπιπτὰς συνέλαβεν....
Un usignolo che giaceva su un'alta quercia cantava come abitudine. Ma uno sparviero, avendolo visto, poiché mancava di cibo, dopo essere piombato su lo afferrò.
Allora, quello che stava per essere divorato lo pregò di liberarlo dicendo che egli stesso non era adatto a riempire il ventre di uno sparviero; ma occorreva che lui stesso, se mancava di cibo, si volgesse ad uccelli più grandi.
E quello, rispondendo disse: "Ma io sarei stupido se, dopo aver lasciato andare l'effettiva preda nelle mani, seguissi le cose che non ancora si presentano". La favola mostra che anche tra uomini sono così stolti quelli che per la speranza di cose più grandi lasciano andare quelle che hanno tra le mani.
Traduzione dal libro Ellenisti 1 pagina pagina 378 numero 15
Ἀηδὼν ἐπί τινος ὑψηλῆς δρυὸς καθημένη κατὰ τὸ σύνηθες ᾖδεν. ἱέραξ δὲ αὐτὴν θεασάμενος, ὡς ἠπόρει τροφῆς, ἐπιπτὰς συνέλαβεν....
Un usignolo che giaceva su un'alta quercia cantava come abitudine. Ma uno sparviero, avendolo visto, poiché mancava di cibo, dopo essere piombato su lo afferrò.
Allora, quello che stava per essere divorato lo pregò di liberarlo dicendo che egli stesso non era adatto a riempire il ventre di uno sparviero; ma bisognava che lui stesso, se mancava di cibo, si volgesse ad uccelli più grandi.
E lo sparviero, rispondendo disse: "Ma io sarei stupido se, dopo aver lasciato andare l'effettiva preda nelle mani, seguissi le cose che non ancora si presentano".
Traduzionelibro Agalmata the Ellados
Stando posato su un’alta quercia un usignolo secondo il solito stava a cantare. Uno sparviero avendolo visto, poiché era a corto di cibo, piombato a volo (sottinteso lo) afferrò.
Essendo sul punto di essere ucciso lo pregava di lasciarlo andar via, (letterale avendo detto) dicendo che lui (lett. è) non era sufficiente per riempire lo stomaco di uno sparviero: (letterale bisogna) bisognava che lui, se (letterale vuole) era bisognoso di cibo, si rivolgesse ai più grandi tra gli uccelli.
E lui: replicando disse: “ma io certo sarei uno stupido se inseguissi ciò che ancora non si vede avendo lasciato il pasto pronto (sottinteso:
che ho) nelle mani. La favola dimostra così come anche tra gli uomini sono sciocchi coloro che abbandonano nella speranza di beni maggiori i beni che hanno a disposizione.
Inizio: Ἡ ἀηδὼν μικρὸν ὄρνεόν ἐστιν ... Fine: ... διατί οὕτω μωρὸς ἂν εἴην ὥστε τὴν ἑτοίμην βορὰν ἀποβάλλειν; ».
L'usignolo è un piccolo uccello, ma rallegra i viandanti col suo canto. Lo sparviero, non avendo cibo, afferra l'usignolo, il quale, avendo paura dei suoi artigli spaventosi, cerca una speranza di salvezza nella voce: «Perché vuoi uccidermi?
Sono piccolo e non posso soddisfare la tua fame». Ma lo sparviero non ha cura delle sue sofferenze, e così risponde:
«Piccolo pezzo di carne, perché dovrei essere così sciocco da perdere un pasto pronto?».
Un usignolo, stando appollaiato sopra un'alta quercia, come di consueto cantava. Uno sparviero, guardando l'usignolo, lo prendeva assalendolo poiché aveva bisogno di cibo.
Quello, essendo sul punto di essere divorato, pregava lo sparviero di liberarlo, dicendo di non essere adatto a saziare lo stomaco dello sparviero e gli consigliava di dirigersi verso altri uccelli.
Lo sparviero rispondeva: Non sono stupido: infatti soltanto gli stolti lasciano la parte disponibile in mano, procurandosi affanni.
Sono irrazionali coloro che, tra gli uomini, abbandonano le cose che sono disponibili per vuote aspettative
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