Un imperatore dissoluto - Versione LATINA LECTIO Giulio Capitolino
Un Imperatore dissoluto versione latino Giulio Capitolino
libro Latina Lectio pagina 69 numero 6
Tantae luxuriae Lucius Verus fuisse dicitur, ut etiam domi popinam instituerit, ad quam post cenam Marci fratris devertebat....
A quanto si racconta, Lucio vero fu di una tale dissolutezza da farsi installare una bettola addirittura in casa, bettola alla quale si recava dopo aver pranzato (nella dimora) del fratello Marco.
Si narra che lui (Lucio) passava la notte intera giocando a dadi, vizio che aveva preso in Siria, e che fu emulo dei vizi di Nerone a tal punto che, di notte, passava da una taverna all’altra, facendo baldoria con attaccabrighe, attaccando liti, nascondendo la propria identità; ben volentieri tornava a casa con la faccia livida, ché le aveva prese.
Marco, tuttavia, ben sapendo tutto ciò, faceva finta di niente, per pudore, ovvero per non riprendere il fratello. Rimasto negli annali un suo banchetto, con partita finale a dadi, protratta fino all’alba. Fatto che avvenne dopo la spedizione contro i Parti, cui, a quanto si racconta, pur era stato mandato per impedirgli di continuare a far mascalzonate a Roma, sotto gli occhi di tutti, ovvero perché, con il viaggio all’estero, imparasse, una buona volta, ad esser parco, ovvero perché ritornasse (a Roma) reso più coscienzioso per il timore della guerra, ovvero, affinché si rendesse conto ch’era un imperatore.
Si dice che Marco, venuto a sapere di suddetto banchetto, prese a lamentarsi sconsolato della sorte che spettava allo Stato.
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