Elogio di Pirro re dell'Epiro
Versione latino Giustino
Repulus a Spartanis, Pyrrus Argos petit: ibi, cum Antigonum in urbe clausum expugnare conaretur, inter confertissimos hostes violentissime dimicans, saxo de muris iacto occiditur....
Respinto dagli Spartani, Pirro si diresse ad Argo: là, mentre tentava di catturare Antigono, asserragliato nella città chiusa, combattendo con molto accanimento tra i nemici a ranghi compatti, venne ucciso da un sasso gettato dalle mura.
La sua testa fu consegnata ad Antigono, il quale, per dimostrarsi benigno, rimandò in patria suo figlio, a lui arresosi con gli Epiroti e gli consegnò le ossa del padre insepolto.
Tra tutti gli autori è noto che nessun re della sua epoca può essere paragonato a lui. Infatti raramente non soltanto tra i re, ma anche tra gli uomini illustri, conosciamo l'esempio di vita più virtuosa ovvero di giustizia più apprezzata. Quest’uomo ebbe tanta scienza dell'arte militare che, avendo combattuto guerre contro Lisimaco, Demetrio e Antigono, i quali furono re famosi, fu sempre vittorioso.
Mosse guerra anche contro gli Illirici, i Siculi e i Romani e con la fama delle imprese rese illustre la sua patria, prima angusta e sconosciuta, tra tutte le genti.
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