Lisandro e i prigionieri ateniesi
ASKESIS pagina 123 numero 207
Λύσανδρος δὲ τάς τε ναῦς καὶ τοὺς αἰχμαλώτους καὶ τἆλλα πάντα εἰς Λάμψακον ἀπήγαγεν, ἔλαβε δὲ καὶ τῶν στρατηγῶν ἄλλους τε καὶ Φιλοκλέα καὶ Ἀδείμαντον....
Lisandro portò a Lampsaco le navi, i prigionieri e tutto il resto sorvegliando in particolare Filocle e Adimando fra gli strateghi.
Lo stesso giorno in cui portò a compimento queste operazioni mandò a Sparta ad annunciare ciò che era accaduto Teompompo di Mileto un corsaro, che arrivò due giorni dopo e raccontò i fatti. Dopo queste cose Lisandro riunì gli alleati e li invitò a deliberare sulla sorte dei prigionieri. Vi furono allora contro gli Ateniesi numerose accuse riguardanti le illegalità già commesse e quelle che avevano decretato di compiere, se avessero vinto: mozzare la mano destra a tutti i prigionieri.
Li si accusava inoltre di essersi impadroniti di due triremi, una di Corinto e una di Andrò, e di averne gettato in mare tutti gli uomini: lo stratego ateniese responsabile della loro morte era Filocle. Vi furono anche molte altre accuse, quindi si deliberò di mandare a morte tutti i prigionieri ateniesi tranne Adimanto, perché era stato l'unico a opporsi in Assemblea al voto sull'amputazione delle mani; del resto, fu poi accusato da alcuni di aver consegnato la flotta al nemico.
Lisandro prima chiese a Filocle [che aveva fatto gettare in mare i cittadini di Andrò e di Corinto] quale punizione meritasse per essersi assunto l'iniziativa di oltraggiare dei Greci, poi lo fece sgozzare.