Il ragazzo ladro e la madre
Greco lingua e civiltà 1 numero 108
Παις εκ διδασκαλειου την του συμφοιτητου δελτον υφελομενος τη μητρι εκομισε. Της δε ου μονον αυτω μη επιπληξασης αλλα μαλλον επαινεσασης αυτον ... ως και επι θανατον απαγεσθαι". Ο λογος δηλοι οτι το κατ'αρχας μη κολαζομενον επι μειζον αυξεται.
Un fanciullo, dopo aver rubato dalla scuola la tavoletta del compagno, la portò alla madre.
Poiché ella non solo non lo punì ma anzi lo approvò, allora, nuovamente dopo aver rubato un mantello, lo portò (a lei, alla madre). Dal momento che ella lo approvò ancora di più il ragazzo, andando avanti negli anni quando divenne un giovane, ormai tentava di rubare anche cose più grandi,. Poiché un giorno fu colto in flagrante e (gli) furono legate le mani dietro la schiena, veniva portato dal boia. Poiché ella lo seguiva e si lamentava, disse che voleva dirle qualcosa all’orecchio.
E appena si avvicinò a lui, dopo aver afferrato l’orecchio, lo morse. Dal momento che ella lo accusava di empietà, poiché veramente non si era accontentato delle colpe che aveva commesso, e aveva mutilato la madre, quello presa la parola disse:
“Ma allora quando per la prima volta avendo rubato la tavoletta e te l'ho portata, se mi avessi punito, non sarei arrivato fino al punto di essere condotto a morte”. La favola dimostra che ciò che non si punisce all’inizio aumenterò di più.