L'Atene del passato sia un modello di comportamento per l'Atene del presente - Demostene versione greco
L'Atene del passato sia un modello di
comportamento per l'Atene del presente
VERSIONE GRECO Demostene
TRADUZIONE dal libro Euloghia
τίς γὰρ οὐκ οἶδεν Ἑλλήνων, τίς δὲ βαρβάρων, ὅτι καὶ παρὰ Θηβαίων καὶ παρὰ τῶν ἔτι τούτων πρότερον ἰσχυρῶν γενομένων Λακεδαιμονίων καὶ παρὰ...
TRADUZIONE
Chi fra i Greci, chi fra i barbari non sa che da parte dei Tebani, degli Spartani, che erano diventati più potenti ancor prima di loro, e del re dei Persiani ben volentieri con molta compiacenza sarebbe stato concesso questo alla città, cioè che, prendendosi quello che voleva e tenendo ciò che era suo, eseguisse quello che le veniva ordinato e consentisse che un altro fosse a capo dei Greci? Ma queste cose, come è verosimile, non erano le tradizioni patrie degli Ateniesi, né erano tollerabili né naturali e mai nessuno poté, in ogni tempo, convincere la città a servire da schiava in tutta sicurezza, affidandosi a gente potente, ma che compie cose ingiuste; anzi, essa ha continuato a combattere per i sommi principi, e a rischiare pericoli per l'onore e la gloria. E voi ritenete che queste azioni siano talmente nobili e così confacenti alla vostra indole che fra i progenitori lodate in particolare quelli che così hanno agito.
Naturale: chi infatti non proverebbe ammirazione per il valore di quegli uomini che accettarono di abbandonare il loro territorio e la città, imbarcandosi sulle triremi, per non eseguire ciò che veniva loro ordinato, scegliendo come comandante Temistocle, che li aveva consigliati di fare ciò, e lapidando invece Cirsilo, che li aveva invitati a sottomettersi agli ordini, e non solo lui, poiché anche le loro donne lapidarono sua moglie? Non cercavano infatti, gli Ateniesi di allora, un oratore o uno stratega grazie al quale sarebbero stati schiavi in tutta serenità, al contrario non reputavano degno vivere se non era possibile farlo nella libertà.
Ciascuno di loro pensava infatti non solo di essere nato per il padre o per la madre, ma anche per la patria. Che differenza c'è? Che chi crede di essere nato solo per i genitori attende la morte preparata dal destino e quella naturale, chi invece ritiene di esserlo anche per la patria, vorrà morire per non permettere che essa sia schiava, e riterrà più temibili della morte le violenze e le infamie, che è inevitabile subire in una città che è asservita.