Atene durante le guerre persiane - Isocrate versione greco phrasis

Ταύτης γὰρ ἕξιν οὔτ' ἀνὴρ οὔτε πόλις λαβεῖν ἂν δύναιτο σπουδαιοτέραν οὐδ' ἀσφαλεστέραν οὐδὲ πλείονος ἀξίαν· ἥνπερ οἱ περὶ τὰ Περσικὰ...

Ὧν ἀμελήσαντες οἱ γενόμενοι μετ' ἐκείνους οὐκ ἄρχειν ἀλλὰ τυραννεῖν ἐπεθύμησαν, ἃ δοκεῖ μὲν τὴν αὐτὴν ἔχειν δύναμιν, πλεῖστον δ' ἀλλήλων...

Questo è il genere di possesso più giusto, più sicuro, più prezioso che un uomo e una città possano avere.

Ed è proprio questo che permise alla generazione delle guerre persiane di non vivere come i pirati, e cioè un momento ricchi e quello dopo preda di carestie, assedi e mali terrìbili, ma di avere il sostentamento quotidiano, né di più, né di meno, e di godere della gloria per la giustizia del loro sistema politico e per le loro virtù personali: di vivere insomma meglio di chiunque altro.

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