Alessandro doma Bucefalo (II) - Graphis
Graphis pagina 279 numero 136
Γενομενου δε γελωτος, ειθ' ορισμου προς αλληλους εις το αργυριον, ευθυς προσδραμων τω ιππω και παραλαβων την ηνιαν, επεστρεψε προς τον ηλιον .... Μακεδονια γαρ σ' ου χωρει .
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Dopo che scoppiò una risata, si accordarono tra loro sul denaro, poi correndo verso il cavallo e, presa la briglia, lo rivolse verso il sole, essendosi accorto, a quanto pare, che si agitava vedendo l’ombra proiettata per terra che si muoveva davanti a sé. Dopo aver corso per un po’ al trotto insieme a lui e averlo accarezzato, quando lo vide riempirsi d’animo e di fiato, gettata via tranquillamente la clamide e sollevatosi con un balzo, lo montò saldamente.
E stringendo per un po’ il morso con le briglie, lo trattenne senza colpo né strappo; quando poi vide che il cavallo aveva lasciato cadere l’atteggiamento minaccioso e anelava alla corsa, lasciate andare le briglie, lo sospingeva, usando ormai una voce più determinata e dando di piede. Sui compagni di Filippo regnava in un primo tempo l’angoscia e il silenzio; quando però, dopo aver voltato, tornava indietro giustamente fiero e gioioso, tutti gli altri levarono un grido di giubilo, mentre il padre – si dice – pianse anche qualche lacrima dalla gioia, e quando quello smontò, dopo avergli baciato la testa, «Figlio», disse, «cerca un regno pari a te stesso: la Macedonia non ti contiene».