Disavventure di viaggio
Greco Terza edizione pagina 295 numero 95
Μετα ολιγας ημερας της ευπλοιας ...Fine τον ανθρωπον εις το πλοιον ηγομεν και επι τα ξενια παρακαλουμεν.
Dopo pochi giorni di buona navigazione poiché il forte vento aumentava, il mare si ingrossava, calava l'oscurità e non vi era nulla con cui preparare la vela eravamo sconvolti dalla tempesta per moltissimi giorni, fino a quando vediamo un'isola bella e piena di vegetazione non lontano.
Approdiamo dunque a terra e sbarchiamo, ci riposiamo per moltissimo tempo dalla grande sollecitudine. In seguito sceglievo trenta fra i compagni affinché disponessero sentinelle a guardia della nave, esortavo gli altri a seguirmi in ricognizione delle cose nell’isola.
Arrivavamo dal mare attraverso il bosco (il luogo infatti era con piante di ogni genere coltivate e anche selvatiche) e ci imbattevamo all’improvviso in uno straniero compassionevole; ci meravigliammo poiché il viaggiatore appariva magro e viaggiava solo e senza carico. Quando ci scorge domanda aiuto a tutti noi e dice: “ Facevo un viaggio verso Atene, ma violenti briganti mettevano mano al mio carro e uccidevano i miei compagni per derubare il carico.
” Dopo che eravamo stati informati della sciagura del viaggiatore conducevamo l’uomo verso la nave e lo invitavamo ad un’accoglienza ospitale.