Il sacrificio di Orazio Coclite
Gymnasion numero 135
text-align: justify;">Inizio: Ωρατιον γαρ λεγεται τον Κοκλην επικληθεντα, διαγωνιζομενον προς δυο των υπεναντιων...e finisce con ... Fine: της παραουσης ζωης και του καταλειπομενου βιου.
Si racconta che Orazio detto Coclite, combattendo contro due nemici sull'estremità opposta del ponte sul Tevere che si è davanti alla città, quando vide venirgli incontro un gran numero di ausiliari dei suoi avversari, temendo che si aprissero la via per la città con la forza, rivoltosi a quelli che stavano alle sue spalle, gridò loro di ritirarsi in fretta e di tagliare il ponte.
Avendo quelli obbedito, egli resistette finché i compagni non ebbero tagliato il ponte, accusando un gran numero di ferite, e sostenne l'urto dei nemici non tanto trattenuti dalla sua forza quanto sbalorditi dalla sua resistenza e dal suo coraggio; tagliato il ponte, ai nemici fu impedito l'attacco, mentre Coclite, gettatosi nel fiume con le armi, scelse deliberatamente la morte, avendo tenuto in maggior conto la sicurezza della patria e la gloria che gli sarebbe venuta dopo quest'impresa, che non la vita presente e quella che gli rimaneva.