Educazione dei giovani ateniesi
Kairos pagina 147 numero 51
Inizio: Οι Αθηναιοι απαντων μεν ουν ευφροντιζον των πολιτων, μαλιστα δε των νεωτεων Εωρωρ γαρ τους τηλικουτους ταραχωδεστατα .... Fine: Η δε τους μεν ενουθετει, τοις δ'εηπειλει, τους δ'ως προσηκεν εκολαζεν.
Si prendevano cura di tutti i cittadini, ma soprattutto dei giovani. Vedevano, infatti, che le persone di quell'età vivono in maniera estremamente disordinata e sono preda di moltissimi desideri e che i loro animi hanno estremo bisogno di essere educati con la pratica di nobili attività e con fatiche che comportano piacere.
Infatti solo a queste occupazioni può dedicarsi chi è stato allevato da uomo libero ed è abituato ad un alto sentire. Non era quindi possibile avviare tutti alle medesime occupazioni, poiché erano diversi per condizioni di vita. Imponevano a ciascuno le attività proporzionalmente al patrimonio.
Infatti, i giovani che si trovavano in condizioni economiche più disagiate li avviavano all’agricoltura e al commercio, poiché sapevano che dall’ozio nasce l’indigenza e dall’indigenza la disonestà. Pensavano dunque che estirpando la causa prima del male (li) avrebbero allontanato anche dagli altri misfatti che ne derivano. Costrinsero invece chi aveva sufficienti mezzi di vita a praticare l’equitazione, la ginnastica, la caccia e la filosofia, poiché vedevano che per merito di queste attività gli uni diventavano persone eccellenti, gli altri si astenevano dalla maggior parte delle cattive azioni.
E posti per legge questi principi non si disinteressavano poi per il resto del tempo, ma, divisa la città in rioni e la regione in demi vigilavano sulla vita di ciascuno, e trascinavano davanti all’Areopago chi faceva vita sregolata. Il consiglio ammoniva gli uni, minacciava gli altri, puniva gli altri come si meritavano.