Il ritorno di Alcibiade ad Atene

Meltemi pagina 253 numero 244

Inizio: Αλκιβιαδης δε προς την γην ορμισθεις απεβαινε μεν ουκ ευθυς, ... Fine:  μεν τα μυστηρια των Αθηναιων κατα θαλατταν αγοντων δια τον πολεμον, κατα γην εποιησεν εξαγαγων τους στρατιωτας απαντας.

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Alcibiade, attaccata l’ancora a terra, non sbarcava subito, temendo gli avversari: salito sul ponte guardava se i suoi amici si facevano avanti.

Quando vide Euriptolemo figlio di Pisianatte suo cugino, e gli altri familiari ed amici che lo accompagnavano, allora sbarcato si incammina verso Atene, insieme con uomini pronti nel caso che qualcuno lo toccasse, ad impedirlo.

Nel consiglio e nell’assemblea disse in sua difesa che non aveva commesso empietà e si dichiarò vittima di un’ingiustizia, quindi dopo che furono dette altre cose di tal genere senza che nessuno parlasse contro per il fatto che l’assemblea non l’avrebbe consentito, fu proclamato capo supremo fornito di pieni poteri, come colui che solo era in grado di restaurare la primitiva potenza della città;

quindi, mentre dapprima gli Ateniesi muovevano la processione dei misteri per via di mare a causa della guerra, fece in modo che muovesse per via di terra, protetta da una forte scorta di soldati.

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