I lavoratori o i mietitori - Teocrito Idilii X 1.19 testo greco e traduzione

I LAVORATORI O I MIETITORI - IDILLI 10 1-19
VERSIONE DI GRECO di Teocrito
Testo greco e traduzione

ΘΕΟΚΡΙΤΟΥ ΕΡΓΑΤΙΝΑΙ Η ΘΕΡΙΣΤΑΙ. ΜΙΛΩΝ: Ἐργατίνα Βουκαῖε, τί νῦν, ᾠζυρέ, πεπόνθεις; οὔτε τὸν ὄγμον ἄγειν ὀρθὸν δύνᾳ, ὡς τὸ πρὶν ἆγες, οὔθ'...

TRADUZIONE

Milone: Lavoratore bifolco, che guaio mi passi, meschino, che più non sai, come un tempo tirarlo diritto il tuo solco; e non mieti alla pari del vicino, ma indietro gli resti, come dal gregge l’agnella che la zampa si punse ad un cactus? Che farai tu al vespro, ovvero nell’afa del pomeriggio Se ora che al mattino cominci non te lo divori quel solco? Buceo: Oh non mai stanco Milone! Oh indomito blocco di roccia.

Mai non ti accadde dunque desiderare un assente? Milone: Io? Giammai. Quale desiderio di estranei ad un uomo che lavora? Buceo: Neppure ti capitò, Milone, di non dormire per amore? Milone: che mai mi accada; sono guai se il cane assaggia la carne. Buceo: Ed io ci sono cascato o Milone! Sono undici giorni. Milone: Capperi! Spilli alla botte, tu: a me basta l’aceto. Buceo: Perciò dinanzi alla miaporta da tempo di semina è incolto.

Milone: E quale ragazza ti fa soffrire?Buceo: La figlia di Polibòte, che ai mietitori il flauto suonava da Ippocione. Milone. Iddio lo colse il birbante! L’hai tanto voluto! Ora ce l’hai! Accanto a te si coricherà di notte la cavalletta

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