Il giuramento dei greci a Platea - Phronemata
Phronemata, numero 480 pagina 521
Οὐ ποιήσομαι περὶ πλείονος τὸ ζῆν τῆς ἐλευθερίας οὐδ᾽ ἐγκαταλείψω τοὺς ἡγεμόνας οὔτε ζῶντας οὔτε ἀποθανόντας, ἀλλὰ τοὺς ἐν τῇ μάχῃ τελευτήσαντας τῶν συμμάχων ἅπαντας θάψω....
"Non terrò la mia vita in maggior conto della libertà; nella battaglia abbandonerò i capi, ne vivi né dopo che siano morti ma gli alleati caduti in battaglia li seppellirò tutti quanti.
Dopo aver vinto i barbari in battaglia, non distruggerò nessuna delle città che abbiano combattuto in difesa della Grecia, ma sottoporrò alla decima tutte quelle che abbiano scelto la parte del barbaro.
E non ricostruirò alcuno dei templi bruciati o abbattuti dai barbari ma lascerò che rimangano a memoria per i posteri dell'empietà dei barbari. " Così o giudici, essi si attennero in modo così fermo a questo giuramento che ne ricavarono anche l'aiuto della benevolenza divina e se tutti gli uomini greci furono valorosi di fronte al pericolo è la vostra città che, in modo particolare, riscosse buona fama.