Il mito di Er
Sapheneia pagina 371 numero 389
Inizio: Εφη γαρ δη [ο Ηρ] παραγενεσθαι ερωτωμενω υπο ετερου απου ειη Αρδαιος ο μεγας. Ο δε Αρδιαιος ουτος της Παμφυλιας .....Fine: ενεκα τε και οτι εις τον Ταρταρον εμπεσουμενοι αγοιντο.
Testo greco originale
ἔφη γὰρ δὴ παραγενέσθαι ἐρωτωμένῳ ἑτέρῳ ὑπὸ ἑτέρου ὅπου εἴη Ἀρδιαῖος ὁ μέγας....
[Er] Disse infatti che uesto Ardieo era stato tiranno in una città della Panfilia già mille anni prima d'allora, e a quanto si diceva aveva ucciso il vecchio padre e il fratello maggiore e si era macchiato di molte altre scelleratezze.
Er disse che l'interrogato rispose: "Non è venuto qui, né mai verrà. Infatti, tra i vari spettacoli terribili cui assistemmo, ci toccò anche questo: quando eravamo vicini all'imboccatura e stavamo ormai per risalire, dopo avere subito tutte le altre prove, all'improvviso vedemmo lui e gli altri; si trattava per lo più di tiranni, ma c'erano anche cittadini comuni che si erano resi colpevoli delle più gravi ingiustizie.
Quando ormai erano convinti di risalire l'imboccatura non li lasciava passare, ma emetteva un muggito ogni volta che uno dei malvagi ìnguaribili o di quelli non avevano scontato a sufficienza la loro pena tentava di uscire. Lì vicino stavano alcuni uomini selvaggi dall'aspetto infuocato, che non appena intesero quel suono ne afferrarono alcuni e li portarono via, mentre ad Ardieo e ad altri legarono le mani, i piedi e il capo, e dopo averli gettati a terra e scorticati li trascinarono lungo la strada, cardandoli su certe piante spinose;
e a chiunque passasse indicavano il motivo di quel trattamento, spiegando che erano portati via per essere precipitati nel Tartaro".