Temistocle e il gran Re
Versione greco Triakonta da Tucidide
Ὁ Θεμιστοκλῆς μετὰ τῶν κάτω Περσῶν τινὸς πορευθεὶς ἄνω ἐσπέμπει γράμματα πρὸς βασιλέα Ἀρταξέρξην τὸν Ξέρξου νεωστὶ βασιλεύοντα....
L' estate seguente, all'inizio dellaprimavera, gli ambasciatori degli Ateniesi fecero ritorno dalla Sicilia, e con loro i Segestani, portando sessanta talenti di argento non coniato, come salario di un mese per sessanta navi, di cui intendevano chiedere l'invio [che intendevano chiedere di mandare].
E gli Ateniesi, dopo aver radunato l'assemblea e sentito, fra gli altri allettamenti e (le altre)
menzogne [cose non vere], anche, a proposito delle finanze, che nei templi e nelle (casse) comuni (= nell'erario) c'erano molti (soldi) pronti, votarono di mandare in Sicilia sessanta navi, e come strateghi con pieni poteri Alcibiade (figlio) di Clinia e Nicia (figlio) di Nicerato e Lamaco (figlio) di Senòfane, in aiuto dei Segestani contro i Selinuntini, e di aiutare anche i Leontini a ristabilirsi in patria, qualora la guerra gliene avesse lasciato il tempo [qualora qualcosa fosse avanzato loro dalla guerra], e di condurre le altre operazioni in Sicilia come avessero riconosciuto più vantaggioso [meglio] per gli Ateniesi.