Sulle arie, sulle acque e sui luoghi 24

Traduzione del capitolo 24 di Pseudo Ippocrate
Gli abitanti dell'Europa

Ἔνεισι δὲ καὶ ἐν τῇ Εὐρώπῃ φῦλα διάφορα ἕτερα ἑτέροισι καὶ τὰ μεγέθεα καὶ τὰς μορφὰς καὶ τὰς ἀνδρείας· τὰ δὲ διαλλάσσοντα ταῦτά ἐστιν, ἃ καὶ ἐπὶ τῶν πρότερον εἴρηται· ἔτι δὲ σαφέστερον φράσω....

Anche in Europa vi sono stirpi che sono diverse le une dalle altre per statura, aspetto e valore.

I fattori che le distinguono sono identici a quelli già espressi, che ora mi propongo di esporre più esattamente. Gli abitanti di un territorio montuoso, aspro, elevato e ricco d’acqua, soggetti, perciò, col mutare delle stagioni, a grandi sbalzi di temperatura, è naturale siano di grande corporatura, predisposti alla fatica e a dar prova di coraggio: tali nature presenteranno, in misura notevole, selvatichezza e bestialità. Invece, tutti gli abitanti di territori depressi, erbosi, afosi, che sono sottoposti allo spirare dei venti caldi più che di venti freddi e utilizzano acque calde, non possono essere grandi di statura, né ben proporzionati, perché per natura sono tozzi, pingui, neri di capelli, di colorito più scuro che chiaro, più biliosi che flemmatici. Rispetto al primo tipo, il loro animo non è per natura ugualmente disposto alla fermezza e al coraggio; le istituzioni però potrebbero porvi rimedio, agendo sulla natura. Qualora quel territorio fosse percorso da fiumi che incanalino e asportino acque stagnanti e piovane, questi abitanti potrebbero essere più sani e di bel colorito.

Qualora, invece, non vi fossero fiumi ed essi bevessero acque di palude, stagnanti e acquitrinose, gli abitanti avrebbero il ventre prominente e la milza ingrossata. Gli abitanti di una regione elevata, uniforme, ventosa e ricca d’acqua, saranno alti di statura, simili d’aspetto tra di loro, d’animo piuttosto vile e mite. Coloro che abitano, invece, terreni poveri, aridi e spogli, con un clima non temperato in rapporto ai mutamenti delle stagioni, saranno rudi di aspetto, di costituzione secca e rigorosa, più tendenti al biondo che al nero, orgogliosi e ostinati per temperamento ed indole. Là dove si hanno mutamenti di stagione molto frequenti e diversi l’uno dall’altro, troverai che anche l’aspetto, i caratteri e le costituzioni sono molto diverse. Queste variazioni differenziano molto profondamente l’indole naturale degli abitanti; poi anche la natura del suolo da cui è tratto il nutrimento e quella delle acque. Dove, infatti, la terra è grassa, molle e ben irrorata e le acque scorrono in superficie, così da essere calde in estate e fredde in inverno e con un buon clima, là gli uomini sono pingui, ben articolati, umidi, inadatti alle fatiche e d’animo vile: in essi predomina indolenza e sonnolenza; riguardo alle arti sono di ingegno ottuso.

Dove, invece, il territorio è spoglio, arido, aspro, afflitto dal freddo e bruciato dal sole, troverai abitanti asciutti, duri, con articolazioni evidenti, col corpo vigoroso e irsuto; nella loro natura troverai capacità di agire, vigilanza; per carattere ed indole sono orgogliosi ed indipendenti nel giudizio, in essi la selvatichezza prevale sulla mitezza. Riguardo alle arti, li troverai più acuti e intelligenti, migliori in guerra. E troverai che anche tutto il resto che vive in quel territorio sarà simile al territorio. .

Sulle arie, sulle acque e sui luoghi di Pseudo Ippocrate 
testo integrale e traduzione qui

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