Sui Serpenti
Anguis vocabulum omnium serpentium genus quod plicari et contorqui potest; et inde anguis quod angulosus sit et numquam rcctus. ... Quorum tot venena quot genera, tot pernicies quot species, tot dolores quot colores habentur.
Anguis è vocabolo che si applica ad ogni genere di serpenti capaci di avvinghiarsi ed avvolgersi: si dice anguis in quanto angolosus ossia pieno di angoli e mai dritto.
Gli angues furono sempre considerati dagli antichi come "geni", ovvero nomi tutelari, di un luogo da cui le parole di Persio: Dipingi due angues, ragazzi questo luogo è sacro. Il coluber è stato così denominato in quanto "colit umbras", il che significa "vive nell'ombra", ovvero poiché con il movimento sinuoso delle proprie spire, scivola lungo i sentieri detti "lubrici", ossia sdrucciolevoli: si dice infatti "Lubricus" tutto ciò che "labitur", ossia "scivola" quando lo si prende come un pesce o un serpente.
Il serpente è stato denominato così perché "serpeggia" avvicinandosi senza farsi vedere e si trascina senza dare passi visibili, ma in virtù di movimenti impercettibili delle squame. Quelli che si appoggiano su quattro piedi come lucertole o gli "stiiiones" ovvero i gechi, non si chiamano serpenti, ma si chiamano rettili.
D'altra parte i serpenti sono anche loro dei rettili, in quanto "reptant" ossia "strisciano", sul ventre e sul petto. I serpenti hanno tanti tipi di veleno quanti sono i loro generi, tante forme di far male quante sono le loro specie, tante possibilità di provocare dolore quanti sono i loro colori. (Isidoro)
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