Le navi di Enea in mezzo alla tempesta

Troiana classis, Aenea duce, Siciliae oris relictis, cursus ad Italiam dirigebat. Fluctus placidi erant neque ullus metus hominum corda tenebat.

La flotta troiana, sotto la guida di Enea, lasciate le coste della Sicilia, dirigeva i percorsi verso l'Italia.

I flutti erano tranquilli e nessuna paura deteneva i cuori degli uomini. Ma ecco, improvvisamente un vento impetuoso gonfiò le pieghe delle vele e i fianchi delle navi furono percossi con un terribile impeto dalle ingenti onde. Eolo, il re dei venti, sotto il comando di Giunone, aveva suscitato una violenta tempesta e aveva lanciato tutti i venti dalla spelonca incavata della sua isola.

I venti si precipitarono a schiere e con una tremenda tempesta soffiarono le terre e le superfici marine. L'Euro, il Noto e l'Africano sovvertirono il mare. E gettarono i grandi flutti verso le coste; le dense nubi sottrassero la luce del sole e la notte scura velò la vista della terra, crepitando il fragore dei tuoni e scintillando l'aria a causa dei frequenti fulmini.

I miseri troiani invocavano con molti gemiti le divinità marine, perché presentivano la fine imminente. Finalmente poi Nettuno, il sommo signore dei mari, emerse: con il suo volto sereno sedò subito la tempesta e placò le acque tempestose del mare.
(By Maria D. )

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