Ode di Orazio XXXVII dedicata alla morte di Cleopatra - Versione di latino di Orazio
Ode di Orazio XXXVII dedicata alla morte di Cleopatra
Versione latino Orazio
Traduzione CLEOPATRA: (strofa alcaica): Ora si deve bere (Alceo) ora si deve battere la terra coi piedi scalzi e ornare il letto degli dei, era ormai tempo, con vivande dei Salii, o amici.
Prima d’ora era sacrilegio trarre il Cecubo dalle cantine degli avi, finche una folle regina (ipallage) preparava rovine al Campidoglio e sterminio all’impero con una gregge appestatao di uomini turpi(cum grege contaminatio=con un impuro gregge; contaminatio+ morbo=con un gruppo di uomini ripugnanti x un'impura malattia; abl assoluto=essenso stata diffusa la malattia), incapace di sperare(grecismo impotens sperare)alcunché e inebriata dalla fortuna propizia(ironico).
Ma diminuì la sua follia una sola nave superstite al fuoco e Cesare(=Ottaviano)riportò la sua mente sconvolta dal Mareotico ai veri timori, incalzandola a forza di remi al volo dall’Italia con le sue navi come lo sparviero incalza le tenere colombe(omero: achille insegue ettore)o il veloce cacciatore la lepre(Callimaco)sui campi nevosi della Tessaglia per mettere in catene quel prodigio del destino. Ma essa, cercando di morire più nobilmente, né da donna temette la spada né raggiunse remoti liti sulla veloce flotta, anzi osò vedere la reggia abbattuta con volto sereno e, coraggiosa, maneggiare i serpenti aspidi, per assorbirne il mortale veleno col corpo, più fiera dopo aver deciso la morte, non accettando di esser portata via dalle navi liburniche per un superbo trionfo come donna comune lei, donna non umile.
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