L'amore infelice di Piramo e Tisbe
Inizio: Pyramus et Thisbe Babyloniae contigua aedificia tenebant. ...Fine: demittit in ilia ferrum et cum dilecto puero e vita cedit
Piramo e Tisbe tenevano a Babilonia due abitazioni vicine. Piramo era un bel giovane e Tisbe una ragazza carina.
Un giorno Piramo scorge la fanciulla e subito se ne innamora. Piramo aveva intenzione di sposare Tisbe, ma i crudeli genitori del giovane e della fanciulla vietano le nozze. Ma l'amore aumentava e il giovane amava ardentemente la fanciulla. Tra gli edifici vi era un muro spaccato da una stretta fessura: Piramo e Tisbe, contenti, vedono la fessura del muro e il giovane, attraverso la fessura, manda delle lettere alla fanciulla amata. Spesso stavano Tisbe da questa parte, Piramo da quell'altra e la fanciulla ascoltava le dolci parole del giovane. Talvolta la ragazza diceva: «Muro invidioso, perché ti opponi a Piramo?». E così un giorno decidono di incontrarsi presso la tomba di Nino, re degli Assiri, e di nascondersi sotto l'ombra di un moro. Era notte.
Tisbe fugge dalla casa paterna e giunge presso l'alto moro e si siede sotto la sua ombra. All'improvviso giunge una leonessa: infatti stava per bere l'acqua nel vicino corso d'acqua. La fanciulla, spaventata, vede da lontano la leonessa e fugge in una caverna oscura, ma dimentica il mantello. La feroce leonessa beve molta acqua e sta per ritornare nel bosco, ma con le fauci insanguinate lacera per caso il mantello della fanciulla.
Ma Piramo vede le orme della fiera e trova il mantello insanguinato della fanciulla: piange, da baci al mantello, chiama la giovane amata, ma invano. Infine conficca la spada nel basso ventre e giace supino. Poco dopo la fanciulla ritorna presso l'alto moro e di nuovo si mette in attesa dell'amato ragazzo. Ma all'improvviso scorge Piramo gravemente ferito. L'infelice fanciulla piange, conficca la spada nel basso ventre e muore con il giovane amato.
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