Il restauro del tempio di Cerere - Plinio il giovane versione latino
Il restauro del tempio di Cerere
versione latino Plinio il Giovane
PLINIUS MUSTIO SUO S. Haruspicum monitu reficienda est mihi aedes Cereris in praediis in melius et in maius, vetus sane et angusta, cum sit alioqui stato die frequentissima....
Per un avvertimento degli aruspici debbo ricostruire, abbellendolo e ingrandendolo, il tempio di Cerere che è nei miei possedimenti, ed è assai vecchio e angusto mentre per altro nel giorno stabilito è largamente visitato.
Infatti alle Idi di settembre da tutta la regione confluisce una gran folla, si trattano molti affari, si fanno e si compiono molti voti. Ma non v'è nei pressi nessun riparo dalla pioggia e dal sole. Darò pertanto prova di munificenza e al tempo stesso di religiosità se farò costruire un tempio il più bello possibile, cui affiancherò un porticato, quello per uso della dea, questo per gli uomini.
Vorrei perciò tu comperassi quattro colonne di marmo, secondo il tuo gusto, e comperassi dei marmi per rivestire il pavimento e le pareti. Bisognerà anche far fare una statua di quella dea, giacché quella antica di legno è smozzicata in parecchi punti a cagione della sua vetustà. Quanto al porticato, non mi viene in mente nulla per ora, che tu debba ricercare costì, se non forse che tu mi mandi un disegno adatto al luogo. Non posso infatti circondare tutto il tempio: giacché il terreno ove esso sorge è limitato da una parte dal fiume con delle rive scoscese e dall'altra dalla strada.
Oltre questa vi è uno spazioso prato, che sarebbe un luogo abbastanza adatto per sviluppare, in faccia al tempio, il colonnato; se però non troverai una miglior soluzione tu, che sei capace con la tua bravura di superare gli ostacoli del terreno. Addio.
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