Preoccupazione di Plinio per un'amica malata
Preoccupazione di Plinio per un'amica ammalata
versione latino Lingua Madre
Caio Plinio al suo prisco. Salve. Mi addolora la malattia di Fannia. L'ha contratta nell'assistere Giunta Vestale, all'inizio per scelta sua (poiché ne è parente), poi per consiglio anche dei pontefici.
Infatti le Vestali, quando la forza del male le costringe a lasciare la casa di Vesta, sono affidate alla cura ed alla custodia delle matrone. Ora mentre Fannia religiosamente adempie a questo ufficio, cadde ella stessa malata.
Perdura la febbre, cresce la tosse, estrema è la magrezza, estremo l'abbattimento; non le si mantiene vigoroso che l'animo ed il coraggio, degno veramente di un Elvidio, suo marito e di un Trusea, suo padre; il resto va scadendo, il che non solo mi sgomenta, ma mi addolora. Mi addolora infatti che una così rara donna scompaia dagli occhi della città.
Io poi mi affliggo e cruccio anche per ciò, che mi pare di perdere una seconda volta sua madre: io le ho entrambe riverite, entrambe amate. Per loro mi sono adoperato nelle prosperità, per loro nelle sfortune. Sono questi gli affanni che provo, mentre io ti scrivo. Addio,
TESTO LATINO. C. Plinius Prisco suo S. Angit me Fanniae valetudo. Contraxit hanc dum adsidet Iuniae virgini, sponte primum - est enim adfinis ...
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