Una tomba in abbandono - Plinio il Giovane
Una tomba in abbandono Plinio il Giovane
Cum venissem in socrus meae villam Alsiensem, quae aliquamdiu Rufi Vergini fuit, ipse mihi locus optimi illius et maximi viri desiderium non sine dolore renovavit....
Quando giunsi alla villa di Alsio della mia suocera, che un tempo fu di Virginio Rufo, il luogo stesso rinnovò con vivo dolore nel mio animo la nostalgia di quell'eccellente e grandissimo uomo. Infatti era solito abitare in questo luogo appartato e anche definirlo piccolo rifugio della sua vecchiaia.
Ovunque mi recassi, l'animo, gli occhi lo ricercavano. Decisi di vedere la sua tomba, e mi pentii. Infatti è ancora incompleta, e non per le difficoltà dell'opera, ma per la sua pigrizia Si insinua indignazione mista a pietà, nel vedere che, dieci anni dopo la morte, i resti e le ceneri neglette giacciono senza lapide, senza nome, il suo ricordo però vega per tutta la terra con gloria.
Ma quello aveva ordinato e disposto che venisse iscritta quell'impresa divina e immortale: Qui è sepolto Rufo, che colpito una volta da Vindice, rivendicà il potere non per sè ma per la patria.
Sono così rari i fedeli amici, sono così presto dimenticati gli estinti, che noi stessi dobbiamo costruirci l'avello, ed adempiere a tutti gli obblighi degli eredi. Infatti, chi non deve temer per sé ciò, che vediamo accaduto a Virginio?
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