Il bambino e il delfino (Versione latino Plinio il Vecchio)
Il bambino e il delfino versione latino Plinio il Vecchio
Divo Augusto principe Lucrinum lacum invectus pauperis cuiusdam puerum ex Baiano Puteolos in ludum litterarium itantem, cum meridiano...
Sotto il principato del divino Augusto un delfino entrò nel lago Lucrino. Un bambino, figlio di un uomo povero, il quale soleva o andare dalla zona di Baia a Pozzuoli per frequentare la scuola, fermandosi in quel luogo a mezzogiorno, aveva preso ad attirarlo a sé, apostrofandolo col nome di Simone e dandogli da mangiare pezzettini di pane che portava per la (sua) merenda. Il delfino si affezionò in modo straordinario al fanciullo.
In qualunque momento della giornata, per quanto nascosto dalle profondità del lago, appena il bambino lo chiamava, il delfino correva da lui e, dopo aver preso il cibo dalle sue mani, offriva a lui il dorso in modo che salisse. Per molti anni lo portò così a scuola, a Pozzuoli, per la grande distesa del lago, riportandolo poi a casa allo stesso modo. Quando un giorno il bambino morì per una malattia, il delfino ripetutamente tornò al solito luogo, triste e uguale a una persona afflitta;
alla fine anche lui (il delfino), per quanto incredibile possa apparire, morì dal dispiacere.
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